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SpART: un focus sugli artisti

Il progetto "SpART - Social Practice Art in Siena", finanziato da Fondazione MPS nel contesto del programma RESET2021, permetterà al Siena Art Institute di portare avanti tre sperimentazioni di collaborazione tra artisti e comunità locali.

Ecco di seguito un focus sugli artisti che saranno direttamente coinvolti nel progetto:

Irene Lupi

Il progetto di Irene Lupi con la comunità carceraria avviato nel 2019 grazie alla proficua collaborazione con la Casa Circondariale di Siena ci ha permesso di incontrare e testare diverse modalità di interazione con i partecipanti. Grazie al bando RESET abbiamo potuto osservare e monitorare il livello di coinvolgimento, il protagonismo e l'accresciuta responsabilità deli partecipanti che le pratiche artistiche e l'approccio al contemporaneo suscita nella comunità carceraria. La dimensione comunitaria è stata intesa in senso allargato, includendo nella sperimentazione anche un confronto (spesso informale) con le guardie carcerarie con l’intento di restituire un quadro quanto più esaustivo dell’esperienza.

Bernardo Giorgi

Il lavoro di Bernardo Giorgi al Siena Art Institute va nella direzione della pratica artistica come strumento di ricucitura del legame tra l’individuo e la natura, tra la comunità e l’ambiente sul quale agisce. Il bando RESET ha permesso di consolidare la collaborazione con il gruppo di soci di Riabilita OdV avviato nelle precedenti progettualità (Il giardino tessile) attraverso un percorso di formazione sul campo e di acquisizione delle competenze necessarie per diventare loro stessi veicolo di informazione e consapevolezza per la comunità. Questa sperimentazione ha già portato ad alcune occasioni pubbliche di restitutzione e di protagonismo dei soci di Riabilita, una a Siena e una a Rapolano Terme, confermando l’efficacia della metodologia applicata. 

Jacqueline Tune

Nella fotografia così come nella pratica artistica e artigiana, Jacqueline Tune raccoglie e racconta storie di un “noi” collettivo, di ciò che facciamo e di ciò che stiamo facendo a questo mondo. Il progetto che è stato avviato grazie al bando RESET recupera parte della ricerca fotografica già intrapresa dall’artista nel raccontare lo spazio famigliare, la vecchiaia e i luoghi che si traformano (vedi la serie “What Mother sees”, 2011) per ricompore le memorie. Memorie personali, detti popolari, frasi in dialetto sono infatti gli elementi che si scompongono e ricompongono nei puzzle di ceramica prodotti da questa esperienza pilota presso la RSA Ville di Porta Romana nel corso dei due anni di progetto.

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